La storia della Val San Martino: tradizione e identità attraverso i secoli
La storia della Val San Martino: tradizione e identità attraverso i secoli
La Val San Martino, nota anche come “la valle dei Castelli,” si estende dal Lago di Garlate fino a Palazzago, ospitando, tra gli altri, i comuni di Calolziocorte, Caprino Bergamasco e Pontida, rispettivamente il cuore economico, storico e religioso della valle. La sua morfologia comprende un’ampia conca aperta, suddivisa in piccole valli laterali che, poste a pettine lungo il fiume Adda, si incuneano parallelamente nel territorio. Queste valli sono sovrastate da una catena montuosa che separa la Val San Martino dalla Valle Imagna, includendo il crinale dell’Albenza.
Statuta municipalia vallis S. Martini per Bertramum de la Zonca primum latine manuscripta anno 1435
Origini e trasformazioni storiche della Val San Martino
Il nome “Val San Martino” deriva probabilmente da una chiesa dedicata a San Martino di Tours, situata a Calolziocorte. Documenti del XIII secolo menzionano la “Vallis Sancti Martini de Calolzo,” testimonianze delle prime denominazioni ufficiali, ben prima dei nomi degli Statuti del XV secolo. All’epoca longobarda, un documento dell’anno 774 fa riferimento a un insediamento chiamato Corte, oggi parte di Calolzio.
Nel Rinascimento, la valle vide uno sviluppo agricolo e l’espansione delle ville nobiliari, nonché la costruzione di chiese e santuari. L’Abbazia di Pontida divenne un importante centro religioso, legato anche alla Lega Lombarda. Nel XIX e XX secolo, con l’industrializzazione, la Val San Martino si trasformò profondamente: nuove infrastrutture come ferrovie e strade favorirono lo sviluppo economico e l’urbanizzazione.
Oggi, la Val San Martino conserva il suo ricco patrimonio storico, accanto a un rinnovato interesse per le tradizioni locali e la valorizzazione del paesaggio naturale. La valle rappresenta un punto d’incontro tra storia, cultura e natura, rendendola un luogo unico in cui vivere e visitare.