La storia della Val San Martino: tradizione e identità attraverso i secoli

La storia della Val San Martino: tradizione e identità attraverso i secoli

La Val San Martino, nota anche come “la valle dei Castelli,” si estende dal Lago di Garlate fino a Palazzago, ospitando, tra gli altri, i comuni di Calolziocorte, Caprino Bergamasco e Pontida, rispettivamente il cuore economico, storico e religioso della valle. La sua morfologia comprende un’ampia conca aperta, suddivisa in piccole valli laterali che, poste a pettine lungo il fiume Adda, si incuneano parallelamente nel territorio. Queste valli sono sovrastate da una catena montuosa che separa la Val San Martino dalla Valle Imagna, includendo il crinale dell’Albenza.

Una storia di antiche tracce e territorio unico

Secondo lo storico Ignazio Cantù, la Val San Martino non sarebbe propriamente una valle, ma piuttosto una fascia esposta a sud, con affaccio sul Lago di Garlate e il fiume Adda. L’area è delimitata dalla dorsale montuosa che va dal Resegone all’Albenza. Le tracce umane più antiche sono sparse e risalgono a diverse epoche: presso Erve, ad esempio, è stato ritrovato un cranio di Homo sapiens, mentre a Somasca è stato scoperto un piccolo insediamento abitativo del V secolo a.C. Al Lavello, invece, sono stati rinvenuti i resti di antiche palafitte.

Più marcate sono le testimonianze della presenza romana, in quanto la valle era attraversata da una strada che collegava Brescia al Lago di Como. Importanti siti romani, come quelli a Caprino, Torre de’ Busi, Lorentino, Rossino, Calolziocorte e Vercurago, si trovano lungo il percorso che portava all’attraversamento dell’Adda sul ponte di Olginate, risalente al II secolo d.C.

Tra i reperti principali vi sono un’iscrizione sacra in marmo dedicata a Diana, , dea della caccia e dei boschi, della luna rinvenuta nel Seicento presso la Parrocchiale di Lorentino ed il tesoretto di Torre de’ Busi costituito da monete coniate fra il I e il Il secolo d.C.

Durante il Medioevo, furono costruite diverse fortificazioni, tra cui numerosi castelli che costituirono un punto di contesa tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Nel 1616, un resoconto veneziano sulle difese della Val San Martino descrisse molte di queste località, in cui ancora oggi si possono osservare significativi esempi di architettura difensiva.

storia Val San Martino

Statuta municipalia vallis S. Martini per Bertramum de la Zonca primum latine manuscripta anno 1435

Terra di confine e crocevia di culture

La particolare posizione geografica della Val San Martino l’ha resa, nel corso del tempo, una terra di confine e un crocevia di culture. I suoi borghi, ricchi di storia, sono costellati di chiese, castelli e un paesaggio verdeggiante. Situata lungo il fiume Adda e la storica via pedemontana, la valle ha visto l’influenza di vari domini e potenze, da Bergamo e Milano alla Repubblica di Venezia.

Nei sui piccoli borghi, la storia e la bellezza artistica la fanno le chiese, i castelli ed il suo verde paesaggio.

Sin dall’epoca preromana, la Val San Martino è stata parte del sistema di scambi commerciali che univa le pianure padane alle Alpi. Durante l’Impero Romano, il territorio rientrava nella regione XI transpadana. Successivamente, sotto i Longobardi, la valle era divisa tra il Ducato di Bergamo e il Vescovado di Milano. Nel XIII secolo, la città di Milano, sotto i Della Torre, iniziò a espandersi nella valle, che gradualmente sviluppò una forma di autonomia culminata negli Statuti di Val San Martino approvati da Venezia nel 1435.

Nel 1454, con la pace tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, la Val San Martino passò sotto il controllo veneto. Nei quattro secoli di dominazione veneziana, si consolidò il legame tra la valle e la città di Bergamo, reso ancor più saldo nel XVIII secolo, quando la diocesi locale passò da Milano a Bergamo. Il territorio è stato parte integrante della Provincia di Bergamo fino al 1992, quando fu istituita la Provincia di Lecco.

In un quadro così complesso e articolato plasmato dalle vicende storiche, il forte legame con la città di Bergamo e la secolare appartenenza al territorio ad essa sottoposto, ha costituito nel tempo uno elemento che ne ha permeato la fisionomia territoriale, sociale e culturale e che fa ancora oggi della Val San Martino,  l’ultima espressione più occidentale della matrice culturale bergamasca testimoniata in primis dalla parlata locale…

Origini e trasformazioni storiche della Val San Martino

Il nome “Val San Martino” deriva probabilmente da una chiesa dedicata a San Martino di Tours, situata a Calolziocorte. Documenti del XIII secolo menzionano la “Vallis Sancti Martini de Calolzo,” testimonianze delle prime denominazioni ufficiali, ben prima dei nomi degli Statuti del XV secolo. All’epoca longobarda, un documento dell’anno 774 fa riferimento a un insediamento chiamato Corte, oggi parte di Calolzio.

Nel Rinascimento, la valle vide uno sviluppo agricolo e l’espansione delle ville nobiliari, nonché la costruzione di chiese e santuari. L’Abbazia di Pontida divenne un importante centro religioso, legato anche alla Lega Lombarda. Nel XIX e XX secolo, con l’industrializzazione, la Val San Martino si trasformò profondamente: nuove infrastrutture come ferrovie e strade favorirono lo sviluppo economico e l’urbanizzazione.

Oggi, la Val San Martino conserva il suo ricco patrimonio storico, accanto a un rinnovato interesse per le tradizioni locali e la valorizzazione del paesaggio naturale. La valle rappresenta un punto d’incontro tra storia, cultura e natura, rendendola un luogo unico in cui vivere e visitare.